Ogni
giorno Milano «sopporta» un carico di multe da oltre 700 mila euro.
Sabati e domeniche compresi. Il dato si ricava dal capitolo del bilancio
comunale alla voce «sanzioni per infrazioni al codice della strada»
nell'anno 2012: il conto complessivo è di 431 milioni di euro, tra multe
e arretrati. Una cifra enorme. Che, per fare una proporzione, se
venisse interamente incassata basterebbe a coprire il buco di bilancio
di Palazzo Marino (437 milioni).
INCASSO REALE
- Presa in sé, quella somma dice poco. Bisogna scomporla. E allora si
scopre che per circa 170 milioni si tratta di arretrati, tecnicamente
«ruoli», e cioè sanzioni emesse negli anni precedenti che
l'amministrazione ha cercato e si sta affannando a recuperare. Il resto,
260 milioni, è invece l'ammontare relativo a tutte le nuove
contravvenzioni staccate nel 2012 (le sole multe per Area C ammontano a
circa 50 milioni totali; altri 16 milioni sono relativi ai verbali degli
ausiliari della sosta gestiti da Atm). L'ultimo passaggio, quello
realmente decisivo, si ricava però da una domanda: quale percentuale di
quelle multe viene riscossa? La risposta, per il 2012, è questa: a
fronte di 260 milioni (l'ammontare delle contravvenzioni «sulla carta»,
una somma gonfiata anche dagli interessi di mora), la cifra realmente
incassata è di quasi 99 milioni. Poco meno del 40 per cento del totale.
Su questo punto il Comune ha avviato una forte azione di contrasto e
recupero: la polizia locale ha appena consegnato a Equitalia la
documentazione di 125 mila multe non pagate nell'ultimo trimestre del
2010, che diventeranno altrettante cartelle esattoriali.
LA CONTABILITA'
- Ridotto ai minimi termini: i milanesi pagano soltanto 4 multe su
dieci, le altre le ignorano o le contestano. La definizione esatta di
questo scarto emerge nella sua chiarezza soltanto quest'anno. È infatti
entrata in vigore una modifica di legge che impone ai Comuni di
iscrivere a bilancio l'intero credito in contravvenzioni che
l'amministrazione ha nei confronti dei cittadini. Fino allo scorso anno,
l'unica cifra inserita era quella dell'incasso netto. Oggi si scopre
invece che la «macchina delle sanzioni» a Milano è molto più ampia. E
comprende una sorta di palude nella quale, tra arretratezze burocratiche
e malcostume dei cittadini, oltre la metà delle multe si disperde tra
ricorsi, opposizioni, buchi della macchina amministrativa. Tutti questi
dati sono contenuti nella relazione al rendiconto di gestione 2012
(«Analisi delle componenti di entrata di parte corrente. Entrate
extratributarie») presentata qualche giorno fa dall'assessore al
Bilancio, Francesca Balzani, durante una commissione a Palazzo Marino.
LA DESTINAZIONE DEI FONDI
- Al di là della differenza tra multe emesse e multe pagate, nel 2012
si registra comunque un aumento delle contravvenzioni. Se nel 2010
Palazzo Marino aveva incassato 92,57 milioni, la cifra è salita a 93,12
milioni nel 2011 e a 98,84 milioni nel 2012. L'assessore alla Mobilità,
Pierfrancesco Maran, spiega: «Il primo principio da chiarire è che
stiamo lavorando affinché, come prescrive la legge spesso in passato
ignorata, la metà dell'incasso proveniente dalle multe sia destinato
alla sicurezza stradale». E poi aggiunge: «È vero, c'è un lieve
incremento delle sanzioni, in parte dovuto ad Area C. Ma lavorare sulla
sicurezza stradale vuol dire anche un maggior controllo contro le soste
vietate in doppia fila, sulle piste ciclabili e negli spazi per i
disabili. Complessivamente, nel settore della mobilità e dei trasporti
abbiamo costruito un bilancio in equilibrio. Con una difficoltà: avendo
aperto la linea 5 del metrò, oltre a sostenere la gestione dobbiamo
coprire l'investimento (circa 40 milioni). È questa la grande criticità
di spesa alla quale dobbiamo fare fronte».
IL RECUPERO DEGLI ARRETRATI -
Aumentare il livello di efficacia delle sanzioni è una delle sfide
principali. Iscritti a bilancio nel 2012 come «arretrati» figurano circa
170 milioni di euro. Su questa voce gli incassi reali sono piuttosto
bassi: 9,87 milioni nel 2010, 28 milioni nel 2011 e 18,15 milioni l'anno
scorso. Negli ultimi sei mesi sono però partite tre campagne di
«caccia» ai morosi: oltre 378 mila vecchi verbali (risalenti a fine 2009
e primo semestre 2010) spediti lo scorso ottobre; altri 100 mila
verbali del quarto trimestre 2010 trasformati in cartelle dalla fine di
febbraio; infine, le ultime 125 mila multe «ignorate» del quarto
trimestre 2010 che partiranno nei prossimi giorni. La crisi delle casse
pubbliche impone un'azione più massiccia di recupero crediti contro la
prescrizione. Ma anche tra le cartelle esattoriali, una buona metà non
viene pagata dagli automobilisti.
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