Restyling, galleria commerciale, tapis roulant e agenti di polizia a ogni angolo non bastano.
Il regno degli abusivi, a Milano, è sempre lo stesso: la stazione Centrale.
Punto di arrivo per migliaia di turisti e lavoratori e punto di
partenza per chi, spinto dal bisogno, prova a guadagnarsi qualche
spicciolo senza preoccuparsi troppo della legalità. E così, nel
via vai
dello scalo ferroviario, si nascondono decine fra tassisti e facchini.
Tutti rigorosamente abusivi. Sostano nei piazzali laterali,
chiacchierano fra di loro, fumano una sigaretta. Ma poi, non appena
scorgono un turista un po' sperduto, partono all'attacco. «Taxi?»,
gridano senza neanche uscire dalle auto scure in doppia fila. Mentre
poco più avanti, sotto le pensiline del parcheggio dei taxi - questa
volta veri -, sette o otto uomini muniti di carrellini multicolor
aspettano che qualcuno, carico di bagagli, allunghi loro qualche
spicciolo per raggiungere i binari.
Ma gli abusivi non finiscono qui. Basta entrare
all'interno della stazione per incontrare venditori di ogni tipo e poi,
una volta saliti ai binari, ecco che i facchini improvvisati si
ripresentano. Aspettano l'arrivo del treno e poi giù lungo il binario,
per accogliere donne, anziani e chiunque altro non riesca a trascinare
le sue valigie fino al pianterreno. Sono scene che si ripetono ogni
giorno, a qualunque ora. Da quando la cooperativa facchini, muniti di
licenza, è stata abolita. Perché se per i treni Frecciarossa e
Frecciargento è previsto un servizio di prenotazione portabagagli,
rigorosamente telefonico, al costo di cinque euro, per tutti gli altri
non c'è alternativa. O si riesce a trascinare il bagaglio attraverso i
tapis roulant o è necessario ricorrere ai facchini abusivi.
«Ne vediamo a decine - racconta un tassista in sosta in piazza Duca
D'Aosta -. Stanno fermi qui ad aspettare i turisti oppure salgono ai
binari per caricare le valigie e portarle fino al parcheggio dei taxi
o alle navette per Malpensa e Orio al Serio. Ogni giorno la polizia ne
ferma qualcuno, ma poi tornano qui dopo qualche giorno - va avanti il
tassista -. Perché è gente che non ha nulla da perdere. Sono
disoccupati, e se vengono cacciati non hanno alcun problema a tornare e
ricominciare». Insomma, le forze dell'ordine hanno le mani legate. E le
multe, da 15,33 a 516 euro, restano carta straccia perché nessuno le
paga.
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