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martedì 7 maggio 2013

In Regione il ricordo di Andreotti Ambrosoli si alza ed esce dall'aula

Il Consiglio Regionale ha ricordato martedì mattina Giulio Andreotti, scomparso lunedì a 94 anni, con un minuto di silenzio. Ad inizio seduta il presidente dell’Aula Raffaele Cattaneo (Pdl) ha letto un lungo ricordo dell’attività politica di Andreotti. «Con la sua scomparsa - ha detto in un passaggio - se ne va un pezzo di storia italiana che appartiene a tutti, amici e avversari politici». Tutti in piedi i consiglieri presenti, che hanno poi osservato un minuto il silenzio. Al momento della commemorazione Umberto Ambrosoli, coordinatore
dell’opposizione in Consiglio Regionale, figlio dell'«eroe borghese Giorgio», ucciso nel 1979, si è alzato ed è uscito dall'aula, con molta discrezione, lasciando vuoto il suo posto.LA FRASE - Nel 2010 il senatore a vita, intervistato da «La storia siamo noi», aveva espresso una valutazione sull'omicidio di Giorgio Ambrosoli, il liquidatore della banca Privata Italiana di Michele Sindona assassinato dai sicari di Michele Sindona nel 1979: «Certo era una persona che in termini romaneschi direi se l'andava cercando». Da quanto emerso da diversi procedimenti giudiziari, Andreotti avrebbe avuto rapporti stretti con Michele Sindona. Andreotti poi si scusò per quella frase, che scatenò parecchie polemiche: «Sono molto dispiaciuto che una mia espressione di gergo romanesco abbia causato un grave fraintendimento sulle mie valutazioni delle tragiche circostanze della morte del dottor Ambrosoli - scrisse in una nota -. Intendevo fare riferimento ai gravi rischi ai quali il dottor Ambrosoli si era consapevolmente esposto con il difficile incarico assunto».LA SPIEGAZIONE - «Quella frase - ha spiegato poi Umberto Ambrosoli ai giornalisti - racchiude un'idea di responsabilità istituzionale che non condivido». «Non è il caso di fare polemica, è comprensibile che in occasione della morte di una persona che ha ricoperto ruoli di primo piano le istituzioni lo commemorino, ma le istituzioni sono fatte di persone ed è legittimo che ognuno faccia i conti con il significato che alla storia di ciascuna persona si vuole dare», ha detto Ambrosoli a margine dei lavori d'aula, a proposito del suo gesto. Di Andreotti ha detto: «Ci sono lati oscuri della sua vita, verso i quali ciascuno ha sensibilità diverse, questi elementi contano anche nel momento del ricordo che deve essere senza polemiche, né contrasti».
CATTANEO - «Rispetto le ragioni personali e neppure io voglio alimentare polemiche, ma sono rimasto francamente sorpreso dalla scelta di Ambrosoli di uscire volontariamente dall’aula», ha dichiarato il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo (Pdl). «La commemorazione si è tenuta in un clima non di celebrazione, ma di giusto omaggio al percorso politico di un uomo delle istituzioni che, seppur nelle vicende alterne, come tra l'altro ho ricordato anch'io nel mio intervento, ha indelebilmente segnato la vita del nostro Paese e ha contribuito da protagonista alla costruzione della democrazia in Italia dal dopoguerra ai nostri giorni. Quando si opera nelle istituzioni ci sono responsabilità collettive che trascendono le valutazioni squisitamente personali», ha concluso Cattaneo in una nota.
DE CORATO - Di segno opposto il commento di Riccardo De Corato, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. «Ambrosoli? Lo capisco, è il minimo che potesse fare. Io al suo posto avrei fatto la stessa cosa», ha detto De Corato. A margine dei lavori ha anche sottolineato che Ambrosoli «è stato un signore» per la discrezione con cui si è comportato. SCONTRO COMI-CACCIARI - Il gesto di Ambrosoli è stato anche alla base di un duro scontro tra Lara Comi e Massimo Cacciari nel corso della puntata di «L'aria che tira» su La7. «Il gesto di Ambrosoli non lo condivido per nulla», ha detto Comi, europarlamentare e coordinatrice provinciale del Pdl a Milano. Parole alle quali Massimo Cacciari ha replicato scaldandosi: «Ma è evidente che Ambrosoli se ne va, ma vogliamo scherzare. La signora conosce la storia italiana di quegli anni? Anche se è giovane ci sono i libri di storia, si informi, legga qualche libro...». Comi: «Professore, verrò a fare ripetizioni da lei, mi prende?». E ancora Cacciari: «Ma sa degli intrighi che c'erano in quegli anni? E' evidente che Ambrosoli se ne va... E questi sarebbero i giovani del parlamento? Stiamo freschi».

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