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domenica 5 maggio 2013

Versace in Galleria Vittorio Emanuele a Milano: il Comune pronto a dire no

Versace in Galleria Vittorio Emanuele a Milano: il Comune pronto a dire no

Da una parte la richiesta di Versace di subentrare alla gioielleria Bernasconi. E dall'altra le nuove regole per la Galleria Vittorio Emanuele. Sul primo punto pare che il Comune stia pensando di negare il via libera: per ora si è solo preso qualche giorno di tempo in più, ma sembra che il rifiuto sia ormai dato per certo. Franco D'Alfonso, l'assessore competente, spiega infatti che Bernasconi ha rinnovato recentemente (e a condizioni molto favorevoli grazie al fatto che si tratta di un marchio storico) l'affitto dei locali.
Funziona così: attraverso la cessione del ramo d'azienda, un privato subentra a un altro (ovviamente non gratis)
. Questo subentro prevede che il canone sia raddoppiato: in questo modo ci guadagna anche il Comune. Nello specifico, il canone pagato da Bernasconi è di 302mila euro all'anno, che quindi con Versace diventerebbero più di 600mila. Versace inoltre pagherebbe 15 milioni di euro a Bernasconi per la cessione del ramo d'azienda.
L'alto valore della cessione tra privati ha fatto storcere il naso a più d'un esponente della maggioranza di centrosinistra. Se la Galleria è dei milanesi, dicono, perché 15 milioni passano da un privato a un altro privato? Da qui l'intenzione di cambiare presto le regole: è possibile che, entro breve, tutti gli spazi della Galleria che vengono lasciati vuoti  senza più consentire questi passaggi.
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