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sabato 11 maggio 2013

Islam, Maroni «apre» alla moschea «Ma nel rispetto delle nostre radici»

Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, «apre» alla possibilità di avere una moschea a Milano. Purché tutto avvenga «nel rispetto dei valori del territorio della cultura, delle tradizioni della nostra storia». Lo ha detto il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni a margine dell'incontro all'arcidiocesi di Milano per presentare l'arrivo del patriarca Bartolomeo, atteso in Italia il 14 maggio, con il sindaco Giuliano Pisapia, il ministro della Difesa Mario Mauro e il presidente della Provincia Guido Podestà. L'arrivo del patriarca caratterizzerà le celebrazioni per i 1700 anni dell’Editto di Costantino del 313, che sancì l’inizio della libertà religiosa.
RADICI - «La Lombardia, terra di grande accoglienza dove tutti possono vivere in pace, chiede il rispetto delle proprie radici cristiane», ha aggiunto il presidente Maroni, che si è detto «in totale accordo con il cardinale Scola. condivido al cento per cento quello che ha detto». «Chiunque può venire - ha concluso - però deve rispettare il nostro modo di vivere». Secondo il Governatore lombardo «la vera integrazione si ha nel rispetto delle tradizioni culturali e religiose di un territorio, della nostra storia, delle nostre radici. E le nostre sono cristiane. Questa è la regola che deve essere rispettata». Maroni ha aggiunto che non spetta a lui concedere un'autorizzazione per una eventuale moschea ma, ha ribadito, «nel rispetto delle regole tutto si può fare».
IL CARDINALE - L’arcivescovo Angelo Scola, intervenendo sul tema della libertà religiosa, ha sottolineato: «Secondo me è fondamentale che chi domanda la possibilità di un luogo di culto documenti e testimoni l’effettivo e realistico bisogno di questo luogo di culto: lo si vede a partire dalla comunità che domanda, se c’è dietro un popolo che lo chiede, e dal fatto che questa comunità si fa carico delle spese». Per Scola «il principio della libertà religiosa non può non giungere fino alla possibilità realizzata di luoghi di culto, altrimenti sarebbe una pura astrazione». «Non vedrei tanto bene l’innesto di iniziative di taluni Stati, che venissero dall’alto a costruire luoghi di culto senza che questi siano l’espressione di una vita in atto», ha aggiunto Scola.
PISAPIA - Sono 35 le associazioni religiose che hanno risposto al bando del Comune per l’iscrizione all’albo loro dedicato e in Comune «recentemente è arrivata una domanda per la moschea», ha riferito il sindaco Giuliano Pisapia. «Hanno fatto domanda - ha spiegato Pisapia - 35 associazioni religiose, induiste, buddiste, musulmane, copte, ortodosse e chiese evangeliche. Il Pgt prevede degli spazi come luoghi di culto e nel momento in cui ci arriveranno delle domande, si tratti di una moschea o di altri luoghi di culto di altre religioni, chiaramente nel rispetto delle regole del Pgt e generali noi siamo assolutamente pronti e aperti». Una commissione sta valutando le domande, ha spiegato il sindaco e «poi arriveranno anche delle richieste» perché l’iscrizione «significa avere un rapporto diretto con il Comune e avere anche la possibilità di accedere agli spazi che sono previsti espressamente dal Pgt come luoghi di culto. Recentemente ci è arrivata una domanda per la moschea ma chiaramente prima bisogna fare questi passaggi».

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