«È una vergogna», «uno sfregio alla città», è «inamissibile e
inaccettabile»: non usa mezzi termini il sindaco di Milano Giuliano
Pisapia per condannare il saluto romano alzatosi mercoledì in un aula di
Palazzo Marino, sede del Comune, durante una seduta della Commissione
sul Piano rom. Per questo, ricordando anche la Medaglia d'oro per la
Resistenza conquistata dal capoluogo lombardo, Pisapia è stato netto:
«Il sindaco ha l'obbligo di rappresentare quanto successo alla
magistratura». «È una vergogna che nella casa dei milanesi si debba
vedere ancora il saluto romano»
, ha affermato il sindaco, a margine del
ricordo delle vittime del terrorismo, a proposito del gesto fatto da
Gabriele Leccisi (fondatore del Circolo culturale Domenico Leccisi,
dedicato a suo padre, l'ex parlamentare Msi che trafugò la salma di
Benito Mussolini). L'episodio del saluto romano in Comune, con il video
che è stato girato, sarà valutato dalla magistratura.
APOLOGIA DEL FASCISMO - Pisapia
ha inoltre ricordato che il fatto di ieri «avviene dopo la
commemorazione di Sergio Ramelli», un giovane del Fronte della Gioventù
ucciso il 29 aprile 1975, che però «è stata una manifestazione
nazifascista che Milano non può subire». Per questo, in vista del
prossimo anno, «bisognerà vegliare perchè accanto al necessario ricordo
di una vittima di una tragedia, non ci sia chi strumentalizzi
quell'episodio triste e tragico per inneggiare a fascismo e nazismo».
IL CENTRODESTRA - L'ex
vicesindaco De Corato, esponente di Fratelli d'Italia sulla bagarre di
mercoledì ha dichiarato: «Pisapia appare un po’ strabico: lancia strali
contro il saluto romano e non guarda alla causa di quanto accaduto,
sopratutto fa finta di non vedere i 6 milioni di euro che il Comune
regalerà ai rom abusivi. Se non fosse stato per l’opposizione di questo
regalino ai rom non se ne sarebbe parlato e la polemica è un meschino
tentativo per non far emergere questa elargizione di soldi dello Stato
destinati ai nomadi».
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