Mercoledì mattina cinque camionette della polizia e dei carabinieri e
una cinquantina di agenti in assetto antisommossa, accompagnati da circa
una ventina di uomini della Digos, si sono presentati in via Olgiati
per sgomberare il centro sociale Zam (Zona Autonoma Milano), nato in un
palazzo abbandonato alla periferia sud di Milano due anni fa. In via
Olgiati fino ad una decina di anni fa c'era una fabbrica di
affettatrici, che si è spostata in zona Rubattino. Da allora la
palazzina è rimasta sfitta e i giovani del collettivo Zam l'hanno
restaurata, creando tra le altre cose una palestra per l'arrampicata
sportiva e un auditorium per concerti e proiezione di film.
Gli
occupanti raccontano di aver organizzato nello spazio centinaia di
concerti ed eventi culturali su 3 palcoscenici, un film festival, due
laboratori di hip-hop e teatro, una palestra con oltre 150
frequentatori, 1550 prese da arrampicata su oltre 160 mq.
Zam, lo sgombero
TENSIONE - Gli occupanti hanno portato in strada tavoli, sedie e
inferriate a mo' di barricata. Parte di questi oggetti sono andati a
fuoco, e sul posto sono intervenuti i pompieri. La via è stata chiusa al
traffico. All'inizio della via è stato appeso uno striscione «Da grandi
poteri derivano grandi responsabilità». Contro gli agenti sono state
lanciate bottiglie di vernice e fumogeni. «Appena arrivati, polizia e
carabinieri hanno trascinato con forza chi opponeva resistenza passiva
all’inizio di via Olgiati», raccontano gli attivisti. «Una volta
spostate le prime barriere, una ruspa della polizia si è diretta verso
le barricate che occupavano la via, ma è stata costretta a fermarsi».
Due giovani sono saliti sul tetto e hanno srotolato uno striscione con
la scritta «Stay Zam, i sogni continuano». I due militanti saliti sul
tetto, Matteo e Andrea, sono scesi poco prima delle 13. «Questo
pomeriggio andremo fino a Palazzo Marino - ha detto Matteo - perché in
campagna elettorale Pisapia aveva promesso più spazi e queste promesse
non sono state mantenute». Quindi andremo sino a Palazzo Marino per
chiedere perché gli sgomberi stanno proseguendo».
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