MILANO – Le immagini delle telecamere a circuito chiuso spiegano più delle parole.
I sei rapinatori che martedì mattina hanno assaltato la prestigiosa
orologeria Franck Muller di via della Spiga, nel Quadrilatero d’oro di
Milano, si sono mossi con precisione militare. Poco più di
sessanta secondi di terrore. Ogni bandito con un compito preciso.
Sventrate con spranghe e mazzette dieci teche su undici. Ripulite con il
loro contenuto: orologi di pregio per un valore (al costo) di 950 mila
franchi svizzeri, settecento cinquantamila euro circa. Massacrato il
body-guard in servizio, Federico Morchiarello, 39 anni, esperto di arti
marziali. Un bandito lo ha gettato a terra e per l’intera durata della
rapina lo ha continuato a colpire con un mazza rompendogli numerose
costole urlandogli in un italiano stentato «Stai fermo bastardo».
L’addetto alla sicurezza è stato operato al Policlinico: i medici hanno
tentato di salvargli la milza spappolata. Se solo un colpo di bastone lo
avesse colpito alla testa sarebbe finita in tragedia.
Intanto
non si placano le polemiche sulla sicurezza a Milano dopo la visita del
ministro dell’interno Angelino Alfano. Le indagini proseguono nel
massimo riserbo. Alcuni fili investigativi ricollegherebbero gli autori
del colpo alla criminalità dell’ex Yugoslavia, in particolare a una
delle più grosse federazioni di rapinatori al mondo, i «Pink Panthers»,
che arrivano dalla Serbia e dal Montenegro e che hanno colpito le più
famose gioiellerie di Tokio, Londra, Dubai, Montecarlo.
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